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Dall’esclusione all’integrazione delle persone con disabilità

Con orgoglio oggi possiamo affermare di vivere in un contesto culturale rispetto al passato nel quale le persone disabili sono riconosciute uguali a ogni uomo e a loro spettano gli stessi diritti di tutti.

Devono essere rispettate e valorizzate per la loro dignità umana.

Lo scenario che emerge sottolinea che le differenze personali non sono un problema anzi sono delle risorse che chiedono di essere valorizzate.

Le persone disabili, come recita la Dichiarazione di Madrid del 2002, formano un gruppo eterogeneo e diversificato, e la disabilità è una galassia vastissima che include differenze e varietà immense. Le vite disabili sono tante quante le persone che le vivono. In questo senso la disabilità è l’esserci delle differenze nel quotidiano.

La disabilità non è una malattia, è, utilizzando le parole dell’International Classification of Functioning, Disability and Health – ICF dell’OMS (2001), la conseguenza o il risultato di una complessa relazione tra la condizione di salute di un individuo, fattori personali e fattori ambientali. E’ il prodotto, nella prospettiva della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità adottata dall’ONU nel 2006, dell’interazione tra persone con menomazioni e barriere comportamentali ed ambientali che impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione alla società sulla base di uguaglianze con gli altri.